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Siamo alla fine del 1990. Il muro di Berlino è appena crollato; la gente dell'Europa dell'Est vive con grandi aspettative il cambiamento, mentre nel resto d'Europa il benessere degli anni ottanta sembra sbriciolarsi. Enrico Fontana, romano e benestante, è figlio di un gerarca fascista, ucciso dai partigiani, e di una donna illuminata della borghesia romana, morta due anni prima. L'uomo è alla soglia dei cinquant'anni, vive di rendita e spende la sua esistenza tra piaceri e viaggi. Durante un soggiorno a Praga, incontra Elisheva Kundrova, un'anziana ebrea sopravvissuta ad Auschwitz, e Judita, la pronipote. Le due donne gli raccontano di Sara e degli orrori dell'Olocausto, rivelando pian piano una sconcertante verità che lo riguarda.